“La Cardiopatia Ischemica è attualmente la principale causa di morte nel mondo; è in aumento ed è divenuta una vera e propria epidemia che non conosce confini” (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Le malattie cardiovascolari rappresentano tuttora la principale causa di morte prematura nel mondo, davanti ai tumori, e colpiscono tanto il genere maschile quanto quello femminile. In Italia muoiono ogni anno più di 180 mila persone a causa delle malattie cardiovascolari, come se scomparissero tutti gli abitanti di una città come Brescia o Reggio Emilia. Quando parliamo di malattie cardiovascolari (in sigla “mcv”) ci riferiamo principalmente alla Cardiopatia Ischemica, ovvero l’infarto del miocardio, e alle malattie cerebrovascolari, come l’Ictus. Entrambe sono dovute ad un restringimento dei vasi sanguigni causato o da un trombo o da una placca aterosclerotica formata per lo più da lipidi e materiale fibrotico. La mancanza di sangue a questi tessuti provoca immediatamente sofferenza nelle cellule e successivamente, se non viene ristabilita una condizione di normalità, si arriva alla morte cellulare, la necrosi. Ricordiamo che gli esiti di questi eventi non sono sempre letali, ma spesso possono portare a gravi condizioni di invalidità che causano un peggioramento improvviso della vita non solo del paziente, che può perde di colpo alcune funzioni come il linguaggio o la capacità di muoversi autonomamente, ma anche dei suoi familiari che si troveranno a dover assistere per tutta la vita il parente invalido.
E’ importante sottolineare come siano stati fatti eccezionali passi avanti per ridurre il numero di decessi, soprattutto nei presidi terapeutici, come l’angioplastica in emodinamica, che permettono di intervenire rapidamente nelle situazioni di emergenza e di ristabilire una condizione di flusso sanguigno regolare. Si può però intervenire anche prima, attraverso la prevenzione primaria, ovvero attuando una serie di importanti accorgimenti e regole nella vita di tutti i giorni che ci permettono di ridurre il rischio cardiovascolare (rcv), modificando di fatto il nostro stile di vita. Per definizione il rischio cardiovascolare è la probabilità che un individuo sano vada incontro ad un evento maggiore, come ictus o infarto, in un arco temporale (di solito 10 anni) e si calcola in percentuale. Più è alto, più siamo a rischio. Un rischio basso è come una luce verde, un rischio alto è una luce rossa che deve farci seriamente preoccupare. CALCOLA IL TUO RISCHIO CARDIOVASCOLARE. Prendere atto del proprio rischio cardiovascolare è il primo atto di cura, una presa di coscienza nei confronti della nostra salute. Alcuni parametri che determinano il RCV non si possano modificare, come l’età e il sesso che sono pertanto definiti fattori di rischio non modificabili; su tutti gli altri si può e si deve agire, perché dovuti per lo più a cattive abitudini quotidiane, come il fumo e vengono per questo definiti fattori di rischio modificabili. Esiste una fortissima correlazione tra comportamento e salute, ed è questa la chiave della prevenzione delle malattie cardiovascolari.