Al mondo si contano circa 1 miliardo di fumatori, in media una persona su sei è un fumatore. Il tabagismo, ovvero l’abitudine e la conseguente dipendenza al fumo di tabacco, è la prima causa di morte nel mondo e i suoi numeri sono impressionanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che muoiono ogni anno circa 6 milioni di persone a causa del fumo di sigaretta.In Italia il fumo determina, secondo le stime, tra i 70.000 e gli 80.000 decessi l’anno: come se ogni giorno si schiantasse un aereo con a bordo più di 200 passeggeri. Tumori e malattie cardiovascolari sono le principali patologie collegate al tabagismo. Per quanto riguarda quest’ultime si calcola che il rischio di eventi cardiovascolari fatali a 10 anni è quasi doppio nei fumatori. Il rischio associato al fumo è proporzionalmente più elevato nelle donne che negli uomini, probabilmente per effetto del differente metabolismo della nicotina dato che le donne metabolizzano la nicotina più rapidamente degli uomini, specie se assumono contraccettivi orali.
Il rischio associato al fumo è principalmente legato alla quantità giornaliera di tabacco fumato. Anche la durata è importante e, per quanto il fumo di sigaretta sia quello maggiormente diffuso, di fatto tutti i tipi di tabacco sono nocivi, comprese le sigarette a basso contenuto di catrame, i sigari e la pipa. Il fumo è deleterio a prescindere da come viene fumato il tabacco e anche i fumatori che sostengono di non aspirare ( es. i fumatori di pipa) sono comunque ad aumentato rischio di MCV. Numerosi studia confermano che anche il fumo passivo aumenta il rischio di Cardiopatie ischemiche, con un rischio relativo più alto di quanto ci si potrebbe aspettare. E’ stato stimato che un non fumatore che vive con un partner fumatore ha un rischio più alto del 30% di MCV e l’esposizione al fumo passivo nel posto di lavoro è associato ad un analogo incremento del rischio.
Analizzando i meccanismi d’azione che stanno alla base del danno da fumo di sigaretta, è ormai accertato che il tabagismo costituisce un fattore predisponente allo sviluppo dell’aterosclerosi e dei conseguenti fenomeni trombotici. Diversi studi hanno dimostrato che i radicali liberi, presenti nel fumo aspirato, attivano le LDL, il cosìdetto colesterolo cattivo, attraverso un processo di ossidazione, responsabili a loro volta dell’attivazione dei processi infiammatori nei vasi sanguigni causando la formazione della placca aterosclerotica. Attraverso la combustione si libera anche monossido di carbonio il quale si lega all’emoglobina al posto dell’ossigeno, che sarà quindi meno disponibile per le cellule. Altro agente nocivo è il piombo, uno delle 4000 sostanze tossiche presente nelle sigarette, che si può accumulare nelle arterie e causarne l’occlusione. I danni si manifestano non solo a livello di cuore e cervello, ma anche nei confronti del pene. Il fumo, infatti, è una delle principali cause di disfunzione erettile, poiché l’erezione è un meccanismo regolato dalle arterie peniene; se queste sono ostruite si va incontro a Disfunzione Erettile (DE). Gli uomini che fumano più di 20 sigarette al giorno hanno un rischio maggiore del 60% di sviluppare DE rispetto a chi non ha mai fumato.
E’ facile intuire come, in definitiva, i danni correlati al fumo siano innumerevoli e spesso irreparabili. Smettere di fumare è un processo complesso e difficile poiché questa abitudine comporta una forte dipendenza farmacologica (alla nicotina) e psicologica (la ritualità), ma rappresenta la pietra miliare per il miglioramento della salute cardiovascolare.